Risonanza planetaria
Una corda di uno strumento musicale, posta in vibrazione,
genera un'onda acustica cui corrisponde una frequenza ben definita, cioè una
nota. Se nello stesso ambiente trovasi un secondo strumento simile al primo, la
corda di esso che per lunghezza e tensione corrisponde alla corda vibrante del
primo strumento, si metterà anch'essa a vibrare per "risonanza". Le onde sonore
trasmesse dall'aria al secondo strumento faranno risuonare in esso non solo la
stessa nota, ma anche le armoniche e le subarmoniche.
Così, se in una stanza vi sono due pianoforti e premiamo il tasto del DO
centrale di uno di essi, cui corrisponde la frequenza di 256 vibrazioni al
secondo (Hertz), noi sentiremo un suono rinforzato per il fatto che anche la
corda del DO centrale del secondo pianoforte sarà entrata in vibrazione per
risonanza, purché, abbassando il pedale di destra, siano stati esclusi gli
smorzatori.
Non solo, ma risuoneranno anche tutti gli altri DO, da quello più basso della 4a
ottava inferiore (16 Hz = 256/16) all'acuto di 4096 Hz (=256x16), della 5a
ottava superiore.
Gli strumenti musicali sono un esempio di applicazione del principio della
risonanza, perché in essi il suono viene rinforzato mediante l'impiego di casse
armoniche, capaci di risuonare (per forma e struttura) con diverse frequenze
vibratorie, quali sono quelle delle note fondamentali emesse dallo strumento e
delle loro armoniche: i due suoni, quello fondamentale e quello emesso dalla
cassa armonica, essendo in risonanza, si sommano producendo il rinforzo. Così,
il corpo vibrante che entra in risonanza può rinforzare onde la cui frequenza
può essere un multiplo o un sottomultiplo della nota fondamentale.
Riassumendo, possiamo dire che con la risonanza si ha:

1) trasmissione di energia da un corpo emittente ad uno o più corpi riceventi;
2) questi ultimi risuonano solo se sintonizzati sulla stessa frequenza
dell'emittente, o su frequenze multiple e/o sottomultiple (armoniche e
sub-armoniche);
3) il suono viene rinforzato perché aumenta la sua intensità (ampiezza
dell'onda).


In virtù dello stesso principio, il circuito oscillante di una radio ricevente,
sintonizzato sulla stessa frequenza della stazione trasmittente, entra in
risonanza con quest'ultima e riceve il segnale trasmesso dalla prima.
Ma l'emissione di onde radio riguarda anche i corpi celesti e la radioastronomia
ha per oggetto lo studio delle radiazioni elettromagnetiche provenienti dagli
spazi cosmici di lunghezza d'onda compresa tra pochi millimetri (microonde) e
circa 20 m (radiofrequenze). Attualmente sono state scoperte parecchie migliaia
di radiosorgenti, di cui solo poche centinaia sono visibili. Il Sole emette una
radiazione a radiofrequenza indipendente dal ciclo solare, alla quale se ne
sovrappone un'altra variabile con periodo di circa 27 giorni, che è il periodo
di rotazione del Sole.
Anche i pianeti e i satelliti sono centri di emissioni di radio-onde. A partire
dal 1954, quando fu scoperto che Giove è una potente emittente di onde
elettromagnetiche, abbiamo potuto accertare che l'intero nostro sistema solare
irradia onde elettromagnetiche. Quindi anche i pianeti, essendo corpi vibranti,
possono entrare In risonanza.
Nel 1968 l'astronomo sovietico A. M. Molchanov affermò "di avere scoperto nel
sistema solare una struttura risonante che comprende tutti i pianeti e le loro
lune e satelliti" (32).
Questo vuoI dire che "i pianeti e le loro lune si comportano come corde
vibranti" munite di casse armoniche capaci di risuonare tra loro su una nota
fondamentale e sulle armoniche di ordine superiore e sulle subarmoniche (sotto
multipli della nota fondamentale), cioè con risonanze sulle ottave superiori e
su quelle inferiori.
Strane coincidenze esistono tra i multipli dei periodi planetari. Non si tratta
di vere e proprie risonanze ma sono note come "quasi commensurabilità". Esse
sono:



e così di seguito per Urano, Nettuno e Plutone.
Siamo di fronte a semplici coincidenze oppure queste "quasi commensurabilità" ci
rivelano uno stretto legame interplanetario?
Lo spazio che ci circonda sta diventando sempre meno "freddo e muto" e siamo
sempre più portati a pensare al nostro sistema planetario come ad un "organismo
vivente", percorso da energie vibranti e costituito da parti collegate da
rapporti armonici.

Descrizione corrispondenze
|
Nel nostro
sistema solare, ogni pianeta
esegue una nota.
Trattandosi di
frequenze molto basse, le note
"suonate" dai pianeti del nostro
sistema solare, risultano ben
lontano dalla soglia
dell'udibilità (circa ventotto
ottave più gravi delle note più
basse di un pianoforte), ed in
ogni caso, il vuoto quasi
assoluto che si pone fra noi ne
impedirebbe la percezione.
Tuttavia, forse per una strana
coincidenza, i pianeti del
sistema solare eseguono una
melodia che, anche se
leggermente stonicchiata,
potrebbe ricordare una delle
progressioni armoniche più
semplici e diffuse nella musica
(tonica,sottodominante,
dominante, tonica).
Leggere
attentamente
Le frequenze
riprodotte sono da applicarsi
con il metodo della Terapia
Cimatica cutanea . Non sono in
alcun caso da ascolto.
|
Frequenze, orbite e rotazioni dei nostri pianeti
|
Pianeta
|
Orbita
|
Rotazione
|
Terra |
272.2 (C #)
|
378.5 (F #)
|
Sole |
332.8 (E)
|
497.1 (B)
|
Luna |
421.3 (Ab)
|
ignota |
Marte |
289.4 (D)
|
389.4 (G)
|
Mercurio
|
282.4 (D)
|
421.3 (A)
|
Giove |
367.2 (F #)
|
473.9 (Bb)
|
Venere |
442 (A)
|
409.1 (G #)
|
Saturno
|
295.7 (D #)
|
455.4 (A #)
|
Urano |
414.7(G #)
|
430.8 (Ab)
|
Nettuno
|
422.8 (Ab)
|
310.7 (Eb)
|
Plutone
|
280.5 (C #)
|
486.2 (B)
|
 |
Sole, 32 ottava anno
terrestre
|
Sole: luce, calore,
gioia, animosità
|
Plutone: potenza,
crisi e cambiamento
|
Mercurio:
intellettualita',
mobilità
|
Marte: attività,
energia, libertà,
umorismo
|
Saturno:
separazione, dolore,
morte |
Giove: crescita,
successo, giustizia,
spiritualità
|
Terra: stabilità,
ancoraggio
|
Urano: spontaneità,
indipendenza,
originalità
|
Nettuno: inconscio,
segreti,
immaginazione, amore
spirituale
|
Venere: bellezza,
amore, sessualità,
sensualità, armonia
|
Luna: amore,
sensibilità,
femminilità, anima
|
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Risonanza planetaria e codice genetico
Se c'è una risonanza tra i ritmi respiratorio e cardiaco e quello delle maree,
ci dovrebbe pure essere una interazione, una interdipendenza tra le due classi
di fenomeni: ma quale significato può avere ciò? Non è più logico pensare ad un
terzo fattore che li governa entrambi? Perché i ritmi vitali del corpo umano
raggiungono il loro minimo durante le ore notturne?
Il professore Giorgio Piccardi dell'Università di Firenze intorno agli anni
cinquanta si propose di studiare lo strano comportamento delle reazioni chimiche
che riguardano l'acqua. Egli s'interessò soprattutto alla diversa velocità di
precipitazione dei colloidi e trovò, dopo migliaia di esperimenti iniziati nel
1951 e protratti per oltre un decennio, che reazioni chimiche fra composti
inorganici danno risultati diversi a seconda del luogo e del tempo in cui
vengono effettuate.
In particolare egli notò, operando su campioni protetti da schermi metallici,
che la velocità di precipitazione dei composti dipende dall'attività solare.
Poté così dimostrare la quasi esatta corrispondenza tra macchie solari e
velocità di reazione. Nel 1958 gli esperimenti di Piccardi furono ripetuti un
po' in tutto il mondo e i risultati furono confermati.
Tuttavia egli poté osservare che altre variabili intervenivano nel corso delle
prove, le quali davano risultati che variavano con la stagione. E allora egli
formulò "la sua ipotesi solare", secondo la quale le reazioni chimiche sulla
Terra hanno corrispondenze non solo con gli avvenimenti solari a breve e lungo
termine, ma anche con "la posizione della Terra nella sua traiettoria elicoidale
attraverso la galassia" (36).
Più tardi Piccardi passò a sperimentare sul sangue e trovò tempi di coagulazione
sensibilmente più lenti nei campioni di sangue contenuti in recipienti protetti
da schermi di rame.
Nello stesso periodo il dottor Maki Takata dell'Università di Tokio notava che
gli indici di flocculazione del sangue subivano un brusco aumento poco prima del
sorgere del Sole.
Al contrario, la velocità di flocculazione si abbassava durante una eclisse di
Sole o in fondo al pozzo di una miniera.
Dopo venti anni di ricerche, Takata concluse che l'indice di coagulazione del
sangue è strettamente legato all'attività del Sole: al sorgere e al tramontare,
al manifestarsi di un'eruzione o di un'eclisse. Oggi si ritiene che questa
interdipendenza tra indice di flocculazione e attività solare sia dovuta
all'azione esercitata da onde elettromagnetiche irradiate nell'atmosfera poco
prima del sorgere del Sole.
Dopo le scoperte di Piccardi e di Takata, visto che per circa due terzi siamo
fatti di acqua (instabile alla temperatura del corpo) come possiamo escludere di
essere sotto l'influsso di forze extraterrestri? Tutta la materia vivente si può
considerare come una dispersione in acqua di colloidi macromolecolari in
equilibrio instabile. Hanno carattere di colloide il plasma sanguigno, il siero
del latte e altri liquidi circolanti nel nostro organismo. Anche il liquido
amniotico, nel quale "galleggiamo" per circa otto mesi prima di venire alla
luce, contiene sostanze organiche in sospensione colloidale e, come tale,
soggetto alle variazioni del campo geomagnetico indotte dal Sole e dalla
risonanza planetaria. Forse, quando i pianeti si trovano tra loro angolati in
modo da formare una sorta di circuito oscillante capace di risuonare con le
forze di origine galattica (raggi e particelle) che continuamente ci investono,
la formazione del feto si completa ed esso stesso, per motivi che ancora ci
sfuggono, "decide" di nascere.
Non sappiamo come ciò possa avvenire, ma possiamo pensare che la sensibilità ad
una data configurazione planetaria faccia parte del patrimonio genetico del
nascituro, in modo che il feto senta istintivamente che è giunta l'ora di venire
alla luce (Gauquelin M., 1975).
Possiamo considerare l'embrione in formazione come un complesso sistema di "biorisonatori"
costituiti da spazi in parte vuoti, in parte ripieni di liquido, conduttori e
semiconduttori, capaci di entrare in risonanza con frequenza di natura acustica
ed elettromagnetica. Dopo le ricerche del dottor Stuart Hameroff (USA) e del
biofisico Fritz A. Popp di Marburg, sembra che si possa parlare di biorisonatori
anche a livello cellulare. I microtuboli presenti nel citoplasma possono
risuonare a frequenze vicine a quelle della luce ultravioletta e quindi
presiedere alla crescita della cellula mediante la luce.
L'elica del DNA potrebbe paragonarsi ad un circuito oscillante in cui lo stesso
DNA avrebbe la funzione di bobina e le membrane quella di condensatori collegati
in parallelo. E questo perché, secondo Popp, gli acidi nucleici, se eccitati con
luce ultravioletta di adeguata intensità, diventano conduttori (37).
Lo sviluppo cellulare e, con esso, la crescita dell'embrione sarebbe regolato
dall'accoppiamento energetico fra DNA e cellula e tra questa e le energie
modulate di origine extraterrestre.
C'è ancora del mistero in questa correlazione tra luce e vita, ma una cosa ci
sembra di poter affermare sulla base di queste ultime scoperte: dallo spazio
esterno ci giungono onde, visibili e invisibili, generate dal Sole e da lontani
corpi celesti, variamente modulate a seconda del mutevole assetto delle
configurazioni planetarie, onde che interagiscono con la materia vivente tanto
da regolarne lo sviluppo. "Dall'etere cosmico ci giungono Onde di Vita".

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Note:
32. G.
L. Playfair - S. Hill: "Gli influssi del cosmo sulla vita terrestre", Ed.
MEB 1981, pag. 25.
33. E.
K. Bigg, 1967; K. D. Wood, 1972.
34. Op.
cit.
35. Vedi
le ricerche di Paul D. Jose, dell'Aeronautica USA (1965) e di John Gribbin,
astrofisico britannico (1976).
36. Op.
cit., pag. 185. Dapprima Piccardi volle evitare di sperimentare su sostanze
organiche per non introdurre variabili di altra natura. Il test che egli ripeté
tre volte al giorno per circa vent'anni consisteva nella registrazione della
velocità di flocculazione in acqua dell'ossicloruro di bismuto, un colloide
inorganico.
37. G.
L. Playfair - S. Hill: op. cit., pag. 281.
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