

COMUNE DI
PACIANO

Giano bifronte.
Testa fittile da Vulci,
II sec. a. C.
(Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia).

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Paciano
è un comune di 988 abitanti della provincia di Perugia.
È inserita tra i
Borghi più belli d'Italia.
La città medievale è posta sul monte Petrarvella (391 m
s.l.m.) dove, in antichità, si trovava un tempio
consacrato al dio Giano. Vi si può accedere da tre
porte: la Fiorentina, la Perugina e Porta Rastrella.
Di origine medievale (XIV
secolo), il paese fu dato in feudo da Carlo IV a
Guglielmo di Beaufort e successivamente incorporato allo
Stato della Chiesa (prima metà del XVI secolo).
La Storia
• IX secolo, è citata in un documento la curtis di
Pacciano Vecchio, l'insediamento più antico situato a
monte dell'attuale paese e di cui rimane una torre detta
"d'Orlando".
• XII secolo, sull'area domina il Comune di Chiusi; solo
alla
fine del secolo Paciano, con Castiglione del Lago e
Panicale, entra nella sfera d'influenza del Comune di
Perugia.
• 1300 ca., nasce Paciano Nuovo (l'attuale borgo)
intorno al castello feudale.
• 1373, Paciano, insieme a Panicale, è donato da Carlo
IV al conte di Toscana Guglielmo di Beaufort, nipote di
papa Clemente V, ma questo periodo "toscano" dura solo 3
anni.
• 1416, Paciano si consegna al condottiero Braccio da
Montone che vi ricostruisce il castello.
• 1489, vi si rifugiano gli Oddi, inseguiti dai Baglioni,
signori di Perugia. Il borgo passa in seguito alla Santa
Sede e alla città di Perugia.
• 1643, le truppe del Principe Mathias, fratello del
granduca di Toscana Ferdinando II, occupano il paese. Ma
poi di nuovo il villaggio torna allo Stato della Chiesa.
• 1798, Paciano passa dal governo pontificio alla
Repubblica Romana. Nel periodo napoleonico e della
Restaurazione diventa comune aggregato a Panicale.
• 1860, con un referendum sceglie di appartenere al
nuovo Regno d'Italia.
Tre le ipotesi del nome Paciano.
La più suggestiva è
quella che fa derivare il nome dal dio latino Giano, nelle
versioni Pax Iani, pace di Giano, Passus Iani, passaggio al
tempio di Giano (i cui resti sono ancora visibili lungo
l'antica via di collegamento tra Chiusi e Perugia), o Pagus
Iani, villaggio dedicato a Giano.
La seconda interpretazione è Pagus Dianus, villaggio
luminoso, in bella posizione.
Infine, Paciano (come in genere i toponimi in -ano) da un
nome di origine romana legato al possesso di fondi rustici:
Pacius. GIANO
Si credeva che avesse il
potere di far zampillare all'improvviso dal terreno
sorgenti e polle d'acqua, come ad esempio accadde quando
salvò Roma dai Sabini, nemici dei Romani, che stavano
per entrare in città attraverso una porta, rimasta
inspiegabilmente aperta: fece scaturire una sorgente,
addirittura una cascata, che mise in fuga gli
assalitori.
Ma Giano, definito anche Janus Pater, padre di tutti
gli uomini, della Natura e dell'Universo, fu
essenzialmente il dio dell'apertura e dell'inizio, con
caratteristiche simili a quelle della divinità solare
che apre il cammino alla luce accompagnando l'attività
umana nel corso della giornata.
Il suo nome stesso evoca la porta, in latino ianua, e
januarius è il mese che apre l'anno e dà inizio alle
stagioni, e il primo giorno di gennaio veniva dedicato
alla festa del dio. Presiedendo alle porte, aveva la
chiave e il bastone; sorvegliava tutto ciò che stava
all'interno della città o della casa, non perdendo però
di vista quello che accadeva all'esterno, e quindi era
rappresentato con due facce (Giano bifronte).
La prima preghiera nell'intraprendere qualsiasi impresa
o attività era sempre rivolta a Giano, che proteggeva
anche il concepimento e la nascita, principio della vita
individuale.
Il tempio a lui dedicato doveva rimanere aperto in
occasione di imprese belliche, ma solennemente sbarrato
in tempo di pace, e le cerimonie che avevano luogo per
la chiusura delle porte del tempio tendevano ad esaltare
il ruolo di custode della pace del dio Giano, perché
solo in una situazione di tranquillità la vita
quotidiana può dar luogo ad esordi positivi e creativi.
All’interno del borgo medievale, spiccano, nella chiesa
di S. Giuseppe, il Gonfalone della Madonna della
Misericordia, a ricordo delle pestilenze di quel periodo
(~ 1480), della bottega del Bonfigli, e, nella
Confraternita del SS. Sacramento, una parete di fondo
affrescata con una “Crocefissione” (1407) di Francesco
di Castel della Pieve (ora Città della Pieve), presunto
maestro del Perugino.
Inoltre vi si trova una pregevole raccolta d’arte sacra.
Da Porta Rastrella, incorniciata dai Palazzi Buitoni e
Baldeschi (del XVII secolo), si raggiunge il piccolo
Santuario della Madonna della Stella (1572-1579) con
affreschi di Scilla Pecennini e, nella sagrestia, un
ciclo di affreschi popolari (1590-1620) della storia del
santuario.
La Torre d’Orlando,
lungo la strada del Ceraseto che conduce a Panicale, è
quel che resta del vecchio castello di Paciano Vecchia,
distrutto nel 1250.
Si trova sulla cima di
un colle a circa 6 Km. di distanza dal lago Trasimeno.
Insieme ai ruderi che la circondano, è ciò che rimane
del borgo antico di Paciano, sulla via che collegava
Perugia a Chiusi attraverso Panicale.
Secondo la tradizione, il nome del complesso deriva da
un capitano di ventura, probabilmente l’Orlando Furioso
di Ludovico Ariosto che, in uno dei suoi numerosi
viaggi, sarebbe transitato per questa località lasciando
alcune tracce del suo passaggio.
Dell’antico castello di Paciano Vecchio rimangono
soltanto alcuni ruderi, dominati dall’alta torre. Questa
è costituita da pietre di arenaria e termina con una
parte più sporgente sorretta da beccatelli (archetti con
funzione di sostegno).
Accanto alla torre si trova un elegante fabbricato
settecentesco adibito a nucleo abitativo e circondato da
un parco lussureggiante. Poco dietro il complesso, a
circa 500 m., sorge l’antico convento di Sant’Antonio da
Padova, che in passato era strettamente collegato al
borgo.
La costruzione dell’antico castello di Paciano, di cui
fa parte la torre d’Orlando, risale probabilmente a
prima del X secolo. Secondo un documento scritto del
917, l’imperatore Berengario I concede in dono il feudo
a Uguccione II, marchese di Toscana.
Nel 1312, gli abitanti di Paciano Vecchio decisero di
trasferirsi più in basso costruendo un grande castello,
nucleo dell’attuale borgo di Paciano.
Da quel momento il borgo antico e la torre d’Orlando
persero d’importanza; passarono nelle mani di vari
proprietari che ne modificarono la fisionomia con
l’aggiunta di nuovi corpi di fabbrica.
Nel 1672 il complesso venne acquisito dalla famiglia dei
Conestabile Della Staffa che lo mantenne fino all’inizio
del XIX. Poi passò ai Misciattelli, che lo utilizzarono
come rimessa per gli attrezzi agricoli.
Nel 1919, la tenuta fu acquistata dai Biavati che
seppero sapientemente restaurare la torre e l’adiacente
palazzo settecentesco.
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